domenica 8 gennaio 2012

Per una migliore Psicologia di Genere


In quest'epoca si parla moltissimo di parità e di modernizzazione dei costumi sessuali, sempre con ampio uso del totipotente termine "ipocrisia": tanto che a sentir solo parlare alcuni progressisti, uno avrebbe l'impressione di trovarsi in una società di circa 50 anni fa.
Praticamente scenari alla De Andrè.
Quando di fatto, ormai certe rivoluzioni sono fatte, strafatte, trite e ritrite, e superatissime.
E' finita l'epoca in cui il prete e i gendarmi perseguitavano la prostituta e il ladro "che in fondo non sono così cattivi sono gli altri che sono ipocriti ecc ecc".
Ormai, siamo nell'era di nuove emergenze, siamo in un'epoca in cui più che coi preti e i gendarmi, bisogna fare i conti con la droga, col nichilismo, con Moccia e con Sex And The City.
Inoltre, cosa curiosa, sebbene sia stata posta molta attenzione alla psicologia femminile e ai diritti della donna, una similare comprensione della psicologia maschile è ancora agli inizi.
E' un bene che stiano emergendo libri e studi sul modello "John Gray", "Marte e Venere" et similia, in quanto un punto da incentivare è proprio lo studio approfondito della psicologia maschile. Se decenni di Femminismo, forti del credito del vittimismo, hanno ribadito e ribadito i diritti della Donna, lo stesso non è mai stato fatto, in epoca moderna, su quelli dell'Uomo.
Anche ai più distratti sarà evidente che ci sono delle notevoli asimmetrie nel giudizio sui due sessi , a livello di mainstream, di opinione comune:
- se un medico (vedi Veronesi), una ministra (vedi la ministra degli interni attuale), o un opinionista in generale, dice che le donne sono migliori degli uomini, nessuno scatta con la richiesta di mea culpa; se un uomo dice il contrario, subito la gogna mediatica è pronta.
- se una donna tradisce il partner, avrà conforto da fior di libri che spiegano "come voler bene a te stessa senza sprecarti", "come ritrovare la tua femminilità", e coccole varie; se un uomo mette le corna alla partner, viene spesso etichettato come immaturo, infedele e "ragiona col pisello".
- se una donna dice "voglio usare gli uomini" viene ammirata come emancipata, o consolata come donna ferita ma grintosa; se un uomo dice "voglio usare le donne", apriti Cielo.
- alle azioni della donna vengono quasi sempre attribuiti moventi al limite del metafisico, da un astratto "coraggio delle donne" (quasi mai descritto e comprovato, se non in forme melense e abbastanza opinabili o scontate) a un "eccesso di amore", comunque quasi sempre molta retorica; alle azioni di un uomo viene quasi sempre, attualmente, attribuito qualche movente darwinista a liquidare l'azione in base a "trasmettere il DNA" o "gonfiare il petto". Sono cose nobilissime gonfiare il petto e riprodursi, ma 1) il senso è un bel po' più ampio; e 2) perché non viene fatto anche per le motivazioni femminili? Perché una donna che va con una squadra di Rugby dovrebbe "cercare se stessa" e un uomo che va a prostitute dovrebbe essere solo "primate"?
Siamo tutti Primati e Messia, ma tutti: non un sesso sì e uno no.
- a proposito di prostituzione, appunto: interi capitoli della psicologia mascolina, come l'impulso ad andare a prostitute, ad esempio, vengono assurdamente liquidati come "sfogo maschile anaffettivo" omettendo 1) di approfondirli e giustificarli; e 2) reputandoli unilateralmente, cioè non parlando di "istinto a prostituirsi della donna", ma solo di uno sfogo maschile. Con tanto di multe ai clienti, e quasi nessuna considerazione critica sulla donna, a priori ritenuta vittima.
- viviamo in una società multiculturale ed esotista, ma guardacaso su alcune usanze di altre culture, come la poligamia poligìnica (un uomo, molte donne), c'è un secco tabù: viene qualificata come tirannia maschile e punto. Curiosamente senza particolari relativisimi e revisioni. Tout court. Ok.
C'è un bellissimo elenco di queste differenze nel libro "Neuroschiavi" di Marco Della Luna e Paolo Cioni.
Qualcuno potrà dire che noi uomini dovremmo sopportare le rimostranze filo-femministe con bonomia, e che in fondo quando il più fragile fa i capricci, è solletico: un po' come quando un bambino se la prende con gli adulti, e certamente più innocuo che il contrario.
Io sono d'accordo con la bonomia, ma sapete, quando la cosa assume connotati legali, politici e culturali, si nota non più un capriccio, ma una malcelata tendenza a perseguitare il Maschile.
Mentre si attribuiscono sempre motivazioni sottili all'agire femminile, il messaggio che arriva più o meno subliminalmente riguardo al maschile è: "Siete sbagliati, e anche a volervi trovare qualche ragione potete trovarle solo in un superficiale darwinismo, e quando sarete meno primitivi comincerete a pensare come le donne".
Quando invece sarebbe non solo filosoficamente corretto, ma anche cosa buona e giusta spiegare e giustificare i bisogni maschili, al di là di un darwinismo che sì è interessante, ma serve una mitologia ben più ampia che il mero mantra "trasmettere il pacchetto genetico".
Ad esempio, molti uomini sull'orlo dello stalking, o con problemi di gelosia, di disaccordo con le donne, di problemi sessuali, possono benissimo essere salvati da una Psicologia pronta non a dire all'uomo "supera la tua natura maschile", ma anzi: sii PIU' UOMO. Sii uomo meglio.

Come dico spesso: l'uomo vero non si distingue DAGLI uomini, ma FRA gli uomini.

Hai problemi di gelosia?
Benissimo. Lo psicologo non viene a dirti "sei infantile, nel 2012 la donna è libera.", no: ti dico anzi: "Sii uomo d'onore e di passionalità, ma in modo forte, romantico, saldo, davvero virile. Vediamo insieme come fare, non per farti rinunciare ai tuoi sentimenti, ma per dar loro una forma davvero bella."
Non riesci a toglierti dalla mente la tua ex?
Capita. Non sono qui a dirti "rinuncia alla tua passione", ma "sii nobile e virile nel confrontarti con questi fatti.".
Solo in questo modo si potrà davvero avere una società partiaria non nel senso stucchevole del termine, ma nel senso reale, taoista, completo: Yin e Yang ognuno nel proprio ruolo, e rispettandosi come si è realmente, senza dover per forza andare d'accordo intellettualmente, danzando in una dinamica ancestrale.

Bibliografia che consiglio:

Claudio Risé: opera omnia
Anselm Grun: Amare e Lottare
Eugene Monick: Phallos e Il Maschio Ferito
Robert Bly: opera omnia
Roberto Marchesini: Quello che gli uomini non dicono.
Steven Rhoads: Uguali Mai
Louann Brizendine: Il Cervello dei Maschi e Il Cervello delle Donne
John Gray: opera omnia
Allan & Barbara Pease: opera omnia
Alberto De Martini: Perché gli uomini sono stronzi e le donne rompicoglioni.
Jena Pincott: Perché gli uomini preferiscono le bionde
Arnie Hoffman: Quando le dimensioni contano.
Peter McAllister, Gli uomini non sono più quelli di una volta
Consiglio inoltre tutti i testi Taoisti e Tantrici sulla Sessualità Sacra, di cui cito qualche autore esemplare: Elmar e Michaela Zadra, Mantak Chia, Ashley Tisdale, Douglas & Slinger, Stephen Chang, Nader Butto, Chian Zettnersan, Julius Evola.
Su Internet: http://www.maschiselvatici.it/, e PsicheLui su Leiweb.

Forza, Amore e Onore, amici!